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domenica 23 ottobre 2011

Matsuya (e altri luoghi in cui mangiare facilmente in Giappone)

Molte persone conoscono i donburi, un piatto giapponese dalla preparazione piuttosto semplice che e' composto da una base di riso, su cui si adagiano degli altri ingredienti (diversi, che cambiano a seconda del proprio gusto personale o delle disponibilita' di casa).
Si preparano e consumano velocemente, quindi  rappresentano un aiuto considerevole quando ci si trova fuori casa o con poco tempo disponibile per il pranzo!
Vicino al mio posto di lavoro hanno aperto un ristorante che fa parte di Matsuya, una catena molto diffusa da queste parti, e mi capita piuttosto spesso di fermarmi da loro per il pranzo.

Oggi vorrei parlarvi proprio di questo ristorante, dei suoi prezzi convenienti e di una caratteristica che rende questa categoria di ristoranti facilmente fruibili anche per uno straniero che non puo' parlare giapponese. Curiosi? Beh, procediamo con ordine.

Vediamo che cosa si puo' ordinare da Matsuya. Nella foto potete vedere quello che e' stato il mio pranzo di martedi' scorso: si tratta di una ciotola di riso media, con carne di manzo, cipolline fresche e uovo con condimento piccante (ねぎ玉牛丼). Il tutto per la modica cifra di 320 yen (3 euro al cambio attuale) e nell'ordine e' compresa la zuppa di miso che potete vedere alla destra del piatto. Non vi basta? I prezzi partono da 230 yen per il donburi piccolo con carne di manzo (牛丼) e zuppa di miso, l'ideale per chi vuole mangiare risparmiando qualche soldino!!

Un altro aspetto di grande interesse e' l'organizzazione del locale, con dei tavoli (pochi) ed un grande bancone semicircolare che si snoda al centro del negozio e  permette al personale di raggiungere velocemente tutti i clienti. Io apprezzo molto anche l'assortimento con tutte le salse di cui ciascun cliente potrebbe aver bisogno, puntualmente presente davanti a ciascun posto a sedere del locale!

Tutte le persone che badano al risparmio sanno che esiste una soluzione migliore per salvaguardare il portafoglio, ovvero mangiare a casa, ma in certi casi questa possibilita' viene a mancare e allora la presenza di questo ed altri ristoranti che servono i donburi rappresenta un aiuto non indifferente!!


Per finire, vi presento una macchina utilizzata da Matsuya, un chiaro esempio di un sistema di pagamento che si sta diffondendo in molti altri negozi. Di che cosa si tratta?
In un angolo del negozio, generalmente vicino all'entrata, si trova un pannello in cui ogni piatto viene indicato non soltanto con il suo nome, ma anche con una o piu' foto (a seconda delle combinazioni disponibili).
Questa apparecchiatura permette di ordinare con facilita', scegliendo cio' che si desidera mangiare dal menu illustrato. Inoltre, grazie a  questa macchinetta una persona che non conosce la lingua puo' ordinare, e trovarsi per pochi minuti sullo stesso piano con i vari impiegati giapponesi che si fermano al ristorante durante la pausa pranzo!

Il viaggio in Giappone ha costi piuttosto elevati, per questo motivo vi suggerisco di cercare un ristorante di questo tipo quando verrete in questo paese!! In ogni caso non ve ne pentirete. 

lunedì 17 ottobre 2011

Cibo giapponese: cominciamo da sushi e sashimi.

da sinistra a destra: medusa al gusto ume, seppia e tonno
donburi con vari tipi di sashimi (pesce crudo) e ikura

set menu con sushi e donburi con ikura

tako (polipo) e natto- [insolito ma buono!]

gamberetti


salmone in carpaccio

piccoli pesciolini bianchi e uova di pesce

semplicissimo maki zushi con tonno e verdure

vassoio con sei tipi di sushi diversi, tra cui anche il tamago (frittata) in basso a destra

venerdì 14 ottobre 2011

"Hai una caramella?"

Io sono cresciuta nel periodo delle caramelle: da bambina con una monetina da 50 lire si poteva entrare in possesso di un piccolo tesoro in caramelle frizzanti (le mie preferite) al negozio vicino a casa nostra, e questa piccola fortuna veniva divisa con gli amici, oppure con tuo fratello minore.
Certo, esistevano anche le gomme da masticare, ma erano ancora scomode e poco adattabili al palato quindi incontravano meno favore tra i ragazzi del mio vicinato. Per questo la mia infanzia e' stata accompagnata da questa domanda: "hai una caramella?".

Con una simile formazione alle spalle, ovviamente anche adesso continuo a consumare un gran numero di caramelle: non importa dove mi trovo, le caramelle non mancano mai a casa mia!!

Per questo oggi vi parlero' brevemente delle "MINTIA".
Si tratta di una marca di caramelle prodotta in Giappone, disponibile in 42 combinazioni di gusti diversi (su base menta, da qui deriva il nome del prodotto).



Il punto di forza di queste caramelle risiede nel prezzo (nei negozi si aggira intorno ai 100 yen, ma si possono acquistare per 58 yen in moltissime parafarmacie); oltre a questo la disponibilita' di una serie di gusti diversi e l'assenza di calorie che incontra anche il gusto delle persone che stanno attente al proprio peso.
Nella foto potete vedere la mia disponibilita' attuale, gusti classici alla menta (sulla sinistra), gusti alla frutta (sulla destra) e gusti particolari (nell'ultima fila in basso).


Il punto debole invece e' proprio la loro bonta'...  Molte volte le caramelle appena acquistate terminano nell'arco di una giornata: nonostante ogni astuccio ne contenga ben 50! Quindi se ci si trova fuori casa il tutto diventa alquanto scomodo. 


Per finire vi presento l'ultimo gusto "MINTIA" che e' arrivato qui da noi: miele/zenzero! Dolce ma con una punta di piccante che non guasta (lo sto apprezzando proprio in questi giorni).


Come avrete capito, se qualcuno mi chiede una caramella, difficilmente non posso offrirgliene una!


La volete provare anche voi? 

giovedì 13 ottobre 2011

Un giorno di riposo diverso dal solito. (信貴山ー生駒郡)

Mercoledi', dopo tanto tempo, ho avuto un giorno libero. Si, il giorno libero si presenta abitualmente durante la mia settimana ma in questo ultimo periodo sono stata molto impegnata, tra faccende domestiche e altre cose, e il tempo per concedersi una bella gita e' completamente sparito!
Per questo motivo, dopo aver pagato la bolletta del gas, ho preso il primo treno per una localita' che si chiama Shigisan, nella prefettura di Nara (a sud di Ikoma).
Quali sono i motivi della mia scelta?
In un primo tempo avevo semplicemente notato la grande tigre che si trova all'ingresso del santuario durante una gita in macchina, ma non ero riuscita a convincere mio marito a fare una sosta... (purtroppo il parcheggio raggiunge prezzi molto alti nei pressi dei santuari giapponesi, e mio marito non e' particolarmente interessato alla visita di un luogo legato alla religione).
Quindi siamo arrivati ad oggi.
Una bella giornata, calda e invitante, e un menu gia' deciso per la cena: insomma e' una situazione ottimale!


Dopo aver pagato la bolletta del gas ("meraviglie", in senso ironico, della prefettura di Nara: il gas si paga solo all'ufficio preposto, non esiste la possibilita' di pagarlo al konbini) eccomi sul primo treno in direzione di Shigisan shita eki (信貴山下駅).
All'arrivo ho una spiacevole sorpresa: il bus che porta al santuario e' praticamente inesistente, solamente uno all'ora, e arrivando alle 12.50 mi trovo costretta ad aspettare il bus successivo delle 13.45! Potrei andare a piedi, la strada non e' impossibile, ma percorrere alcuni km sotto il sole e in salita non mi trova molto d'accordo e quindi aspetto...
Un'ora in un paesino minuscolo, alla fermata dell'autobus e con nessuna delle caratteristiche che ho imparato ad associare mentalmente all'idea di "Giappone": macchinette distributrici di bibite, konbini, e cosi' via... ma si, ce la posso fare tranquillamente!
Finalmente salgo sul bus ed arrivo vicino al santuario: i km che sulla mia cartina sembravano pochi in realta' sono quasi 5, fortunatamente non ho preso in considerazione l'idea di andare a piedi!!

Pronta alla visita una piccola e anziana signora mi rivolge la parola: - anche lei e' venuta fino a Shigisan da Nara , addirittura sua sorella minore e' sposata con un australiano (nel mentre percorriamo la strada verso il santuario insieme, cerco di ridurre il mio passo ma vedo che la signora fa piuttosto fatica).
Eccoci all'ingresso, la tigre monumentale ci porta verso l'edificio principale del santuario (dove e' diretta la mia guida) ed io la seguo volentieri. E' una signora molto gentile, mi spiega dove stiamo andando e quali altri luoghi si trovano all'interno dell'area che mi accingo a visitare.
L'edificio principale (本堂) e' bello e monumentale, i colori sono diversi ma l'insieme ricorda per molti versi l'architettura del tempio Kiyomizu (清水寺) di Kyoto.


in questa foto si intravede, in basso a destra, la mia gentilissima guida di oggi.







Mentre io scatto queste foto la signora compie le sue preghiere e poi mi si avvicina di nuovo: sul lato destro del tempio si apre un'entrata, da cui si accede a un percorso che si chiama "kaidan meguri" (階段めぐり), la mia guida mi consiglia di farlo e poi mi saluta dandomi appuntamento alla fermata dell'autobus che torna verso la stazione (lei lo ha gia' fatto piu' volte, mi dice).
Io accetto senza fare domande, sia perche' non trovo giusto rifiutare un suggerimento di una persona che e' stata cosi' gentile con me, ma anche perche' mi fido della signora (sono delle sensazioni che non si possono spiegare).


Prima di entrare la persona all'ingresso del tempio mi spiega che il sotterraneo e' completamente privo di luce, quindi dovro' procedere assolutamente seguendo il muro sul lato destro ("... non e' esattamente il mio percorso ideale" penso tra me e me), mi chiede notizie del mio anno di nascita secondo lo zodiaco cinese e mi indica la divinita' a cui dovro' indirizzare i miei pensieri (a quanto pare nel sotterraneo si trova una nicchia illuminata che contiene queste divinita'). Infine, mi dice che trovero' una nicchia chiusa da una specie di maniglia, e che stringendo questa maniglia potro' esprimere un desiderio - "e uno solo!" (si raccomanda piu' volte).
E cosi' entro nel sotterraneo del tempio, dopo i primi passi mi rendo conto che definire il tutto "completamente privo di luce" potrebbe risultare riduttivo... Intorno a me non esistono movimenti, l'aria sembra essersi fermata ma non si avverte nessuna sensazione spiacevole: e' come essere immersi in un grande specchio d'acqua su cui non si riflette la luce del sole. Ma in un primo momento la sensazione di incertezza mi spinge a voler tornare indietro, mi volto e intravedo la luce che viene dalle scale che ho appena lasciato...
Nemmeno il mio cellulare riesce a illuminare il passaggio, ma comunque decido di continuare fino alla fine: buio e pace, in sottofondo le preghiere dei religiosi all'interno del tempio. A circa meta' del percorso incontro la nicchia con le varie divinita': abituata alle rappresentazioni cattoliche mi stupisco per le piccole dimensioni di cio' che ho davanti. Continuando, dopo aver abbandonato quel piccolissimo punto di luce incontro finalmente la seconda tappa del mio viaggio nel sotterraneo, stringo la maniglia e chiedo fra me e me qualcosa che desidero veramente (l'ho chiesto in italiano, andra' bene lo stesso?).
Alla fine, il piccolo raggio di luce che filtra dalle scale davanti a me mi fa capire che il viaggio nel sotterraneo e' giunto al termine: una sensazione di sollievo si impadronisce di me, non tanto per la paura provata nel sotterraneo ma piuttosto per aver raggiunto la fine di un percorso non facile.

L'anziana signora che mi ha fatto da guida fin'ora aveva ragione: anche se i miei motivi erano diversi dai suoi certamente la visita all'edificio principale del santuario mi ha lasciato un'impressione profonda!!


Il resto del santuario e' ugualmente bello e interessante: il complesso e' molto esteso e durante il mio peregrinare incontro degli altri devoti, e dei bambini delle scuole elementari che insieme ai loro insegnanti stanno disegnando una delle pagode periferiche. Siamo lontani dalla grande citta', il panorama e' bellissimo e il tutto trasmette un senso di profonda quiete. Sono venuta a visitarlo prima del periodo delle foglie rosse degli aceri, quando la vallata si colora di rosso Shigi san dev'essere veramente spettacolare!!






Qui sopra potete vedere alcune delle foto che ho scattato durante la mia visita.
Per concludere aggiungo qualche parola sulla storia del santuario di Shigisan: intorno all'anno 1.000 nella zona erano in corso delle lotte fra le varie famiglie nobili, volte ad assicurarsi il controllo del territorio. Fra queste primeggiava  la famiglia del Principe Shotoku, passato alla storia per essere stato il primo ad introdurre in buddismo nel paese. Prima di una importante battaglia sul monte Shigi (contro i Mononobe) Shotoku chiese l'aiuto del dio della guerra Bishamonten, e dopo la vittoria decise di costruire un santuario dedicato alla Tigre . Il Principe Shotoku aveva pregato la divinita' durante l'ora della Tigre nel giorno della Tigre e quindi il santuario doveva essere dedicato a questo animale.

In un primo momento ho trovato un'accenno alla storia di Shigisan sul biglietto che ho acquistato per il giro nel sotterraneo del tempio, la spiegazione della dedica alla Tigre viene da Wikipedia: la mia anziana guida mi ha detto semplicemente che la Tigre proteggeva il Principe Shotoku. se volete la trovate in versione piu' estesa a questo link (sulla sinistra della pagina di Wikipedia si trova anche una versione breve in inglese)--->  http://ja.wikipedia.org/wiki/%E6%9C%9D%E8%AD%B7%E5%AD%AB%E5%AD%90%E5%AF%BA
Bishamonten e la Tigre, in un pannello all'esterno del Tempio principale di Shigisan





lunedì 10 ottobre 2011

Tanti, colorati e tifosi! (Suzuka 8-9 Ottobre 2011)

pulmino ninja che pubblicizza la prefettura di Mie

Anche quest'anno siamo andati a Suzuka! Nonostante il prezzo del biglietto (non esattamente "popolare") questo e' gia' il terzo anno di Gran Premio del Giappone per noi: la comune passione per lo sport e per i motori e' una delle caratteristiche che ha unito me e mio marito fin dall'inizio, ed a pensarci e' piuttosto singolare visto che io non ho mai preso la patente (purtroppo...).
Quest'anno, a differenza dei precedenti, abbiamo deciso di andare a vedere anche la giornata di qualifica di sabato (complice un weekend piu' lungo del solito, con un giorno di vacanza extra lunedi' 10 Ottobre).
E qui abbiamo avuto qualche problema, svegliarsi all'alba per ottenere un buon parcheggio non e' stato semplicissimo, ma per fortuna abbiamo trovato un posto a 15 minuti di cammino dal circuito.
Ed eccoci alle qualifiche di sabato.
La prima caratteristica che colpisce lo spettatore che si avvicina al circuito e' l'entusiasmo dei giapponesi. Dopo una settimana di duro lavoro (e dopo aver atteso questo evento per dei mesi) arrivano al circuito con la voglia di sostenere il loro team o il loro pilota preferito, e devo dire che la loro inventiva da' ottimi risultati!
Si va dalle divise coi colori delle squadre (ovviamente, ci sono squadre piu' o meno popolari).


Poi si prosegue con le bandiere, coi colori del team o della nazione di appartenenza del proprio idolo.


E infine si arriva alle soluzioni inaspettate, che strappano un sorriso e suscitano l'ammirazione di chi guarda.

tifosi Ferrari e Red Bull

tifosi Ferrari
Dopo tutto questo c'e' ancora posto per il risultato delle qualifiche?
Dopo i primi 15 minuti il corridore di casa, Kamui Kobayashi, si trova in testa e questo fa scoppiare un lunghissimo applauso. Le successive qualifiche cambiano le carte in tavola (facendo ben sperare per la Ferrari, con un inedito Massa che si piazza al quarto posto prima di Alonso) e il beniamino di casa finisce in settima posizione.
Verrebbe da pensare che questo risultato possa provocare del malcontento, e invece la festa continua: la gente e' venuta a Suzuka per passare una giornata fra i motori, e quindi si entusiasma per i risultati dei piloti migliori (con una leggera prevalenza per quelli piu' conosciuti, o con qualche legame con il Giappone come Button, fidanzato con la modella Jessica Michibata).

E cosi' si chiude la giornata delle prove di qualifica di sabato.
La domenica si apre con una carrellata delle varie "bellezze da Gran Premio", presenze immancabili in questo genere di eventi.

la promoter della Ponta, pubblicizzava una carta di credito e una tessera raccogli-punti

le promoter dello stand della Marlboro, vendevano una confezione di pacchetti speciali per il Gran Premio
Non rimane che assistere alla gara, col sole in faccia e col rumore dei motori (ci troviamo proprio all'uscita dei box). Pero' la gara e' equilibrata e emozionante, si fa seguire volentieri e il tempo necessario per svolgere i 53 giri del percorso passa velocemente. Penso che tutti conoscano il risultato, vittoria di Button contro un battagliero Alonso e un Vettel che comunque riesce a laurearsi campione del mondo per questa stagione (gli serviva solo un punto...).


l'esultanza di Button a fine Gran Premio
A questo punto la festa continua, nonostante una piccola delusione per la prestazione del corridore locale - piazzatosi solo al tredicesimo posto... Tutti lodano la prestazione della Ferrari di Alonso, e il duello fra i primi tre che ha reso interessante la gara, e noi riprendiamo la strada verso casa.
Resta ancora tempo per notare un tifosissimo bambino, coperto (letteralmente) coi colori di Fernando Alonso. Lui non sembra dare molto peso al piazzamento del corridore spagnolo, ma si diverte a giocare con le cose che i suoi familiari hanno portato da casa.


Un saluto ai pupazzi mascotte che incontriamo nello piazzale principale davanti alla tribuna vip e usciamo da Suzuka.


Per finire una piccola nota curiosa: lungo la strada per il parcheggio due persone che camminavano sull'altro lato della strada notano la mia t-shirt (della nazionale di calcio italiana) e mi salutano con la mano: gli italiani all'estero sono sempre contenti quando incontrano altri connazionali!!
Non so se posso consigliare l'esperienza del Gran Premio del Giappone (visti i costi dei biglietti) ma se vi si presentasse questa possibilita' prendetela al volo, vale proprio la pena di andare a vedere questo Gran Premio!

giovedì 6 ottobre 2011

Il cielo sopra Osaka e il vero ritorno al lavoro.

E cosi' ci siamo di nuovo.
Una giornata inaspettatamente clemente (le previsioni hanno parlato di pioggia fino a stamattina) e mi ritrovo ancora una volta in viaggio per il Senmon Gakko- di Shin Osaka.
Ma come siamo arrivati a questo?
Prima di tutto, ho avuto la fortuna di poter insegnare l'italiano una prima volta nello stesso Senmon Gakko tre mesi fa, ma niente faceva prevedere la possibilita' di un secondo contratto a cosi' breve distanza di tempo! Gli stessi studenti del corso precedente mi avevano detto che una classe a scelta come quella di lingua italiana di solito viene programmata dalla scuola solo per un trimestre all'anno...
E invece e' successo di nuovo: eravamo appena arrivati in Hokkaido, e alle 8 del mattino di un caldo giorno di agosto ho ricevuto una telefonata dalla ditta... "Vuole lavorare ancora con noi?"

 Da quella telefonata sono passati ormai due mesi (ormai ho smesso di sorprendermi per la velocita' del tempo in questo paese) e cosi' siamo arrivati a questa giornata...
L'appuntamento e' alle 13, all'uscita della metropolitana della linea Midosuji, e stavolta ci arrivo con un lievissimo ritardo (2 minuti, in Giappone sufficienti per cominciare a preoccuparsi). L'incaricata della ditta mi aspetta, ha i capelli piu' corti di quanto ricordavo e il suo viso mostra un po' di preoccupazione - forse per il mio ritardo? -. Insieme ci dirigiamo alla scuola e pian piano mi rendo conto di essere in ansia!!
"Ma perche'?" rifletto tra me e me, "Conosco il lavoro e gli studenti sono meno dell'altra volta", ma continuo a domandarmi che cosa mi aspettera' questa volta. Salutiamo i vari incaricati prima di cominciare (tra l'altro, la simpatica insegnante di attivita' manuali terra' il suo corso anche in questo trimestre, mi ritrovo anche con un'amica collega di lavoro!) e finalmente si entra in classe!!
Gli studenti sono ancora meno del previsto, alcuni non sono venuti quindi in classe si trovano solo quattro studenti: comincio con qualche spiegazione generale sull'Italia e provo anche a trovare quelli che potrebbero essere gli argomenti migliori per suscitare il loro l'interesse, e a poco a poco passo alla spiegazione vera e propria. Il tempo passa velocemente tra qualche risata, concordanze nome/aggettivo, e domande appropriate da parte loro, e cosi' arriviamo al termine della prima giornata del corso di italiano.
Per finire li metto in guardia chiedendo di non assentarsi troppo, sia per la comprensione che per i compiti extra che sarebbero obbligati a fare per passare il corso nel caso superassero le tre assenze (penso che l'argomento delle prossime vacanze invernali da non rovinare con compiti in piu' sia servito allo scopo).


Restituisco la documentazione del mio corso, saluto gli altri insegnanti e mi avvio verso la stazione...
D'improvviso, guardo il cielo limpido di Osaka e  le preoccupazioni lasciano il posto a una grande soddisfazione: sono tornata e, come la prima volta, mi impegnero' al massimo in questo lavoro!

domenica 2 ottobre 2011

Verde Giappone - uno sguardo sulla campagna giapponese.

Ecco a voi qualche foto per mostrarvi un Giappone un po' diverso da quello delle grandi metropoli: cominciamo dalla Natura, e dalla campagna giapponese della zona in cui abito. Spero che vi piacciano!