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sabato 1 settembre 2018

La misura del tempo in Giappone (seconda parte)

Eccomi di nuovo a voi, ormai siamo tornati in Giappone e stiamo ricominciando con la solita routine.

Come vi dicevo, con il mese di marzo sono arrivate due nuove incombenze: un incarico nel comitato dei genitori dell'asilo, e una nuova lezione di italiano a Osaka.

lunedì 20 agosto 2018

La misura del tempo in Giappone (prima parte)

Ci troviamo, a quanto dice il calendario, alla fine di agosto.

Anche quest'anno, per fortuna, siamo venuti in Sardegna per le vacanze, e a breve torneremo in Giappone. Mi sto finalmente rilassando: dormo più di cinque ore per notte, mangio con calma e passo un sacco di tempo al mare. Ho visto tanti cari amici,e spero di riuscire a recuperare anche chi è troppo occupato o abita lontano prima del nostro ritorno.

Ma c'è una domanda che mi frulla in testa, e non mi abbandona.

Come ho fatto a passare i mesi che mi separano dall'inizio dell'anno al nostro arrivo in Sardegna?

Se vi va, proverò a riassumerli per voi.

sabato 24 febbraio 2018

Strani lavori giapponesi


In questo ultimo periodo mi sono ritrovata, più volte, a ricoprire ruoli di lavoro un po' “particolari” qui in Giappone. Non mi sarei mai aspettata di poter fare cose tanto diverse! Intendiamoci, sto parlando di lavori temporanei, e con una buona paga, e sempre disciplinati da un contratto e da regole.

E, sperando di aver destato la vostra curiosità, ora vi racconterò di che si tratta.

Cominciamo dal mese di settembre 2017.
Certo, è un bel passo indietro, ma ne vale la pena.

Quando stavamo terminando il nostro periodo di vacanza in Sardegna, una mia amica mi aveva scritto. C'era bisogno di una persona che partecipasse ad una ricerca di mercato... Una nuova ditta di Osaka aveva cominciato a mettersi in luce online, proponevano alcune posizioni lavorative, ma anche la partecipazione a delle ricerche di mercato.

Prima della partenza per le vacanze estive avevo cercato, senza successo, di farmi includere nel gruppo dei fortunati assaggiatori di snacks (per una ditta che cercava dei pareri prima del lancio di nuovi prodotti), e avevo fatto domanda anche per una seconda ricerca di mercato. Nessuna delle due era andata a buon fine, quindi avevo un po' perso interesse... Ma poi era arrivato quel messaggio, e mi ero detta che valeva la pena fare un altro tentativo.

E così, anche se non lo sapevo ancora, stavo cominciando il mio viaggio alla scoperta dei lavori più particolari che offre il Giappone.

La prima ricerca di mercato riguardava gli epilatori, quei simpatici elettrodomestici, croce e delizia delle donne di tutto il mondo. E dirò di più, la ricerca di mercato riguardava una delle maggiori compagnie produttrici di elettrodomestici del mercato giapponese. E quindi, imbarazzo iniziale a parte, era andato tutto bene e mi ero pure divertita.

Dopo questa prima ricerca di mercato dovevo comunque tornare al mio lavoro di tutti i giorni, quindi non cercavo di approfondire queste esperienze. E invece mi sono subito ritrovata in mezzo a una nuova ricerca di mercato, seppure di natura completamente diversa!

Una sera, accendendo il pc, avevo trovato un avviso per la ricerca di un mistery shopper proprio a Osaka!! Un mistery shopper è un personaggio che finge di acquistare un prodotto (o magari lo acquista davvero) per valutare una serie di caratteristiche che riguardano il negozio e il suo personale. Insomma, una spia, anche se per una buona causa.

L'incarico riguardava due marchi di lusso, che vendono prodotti di pregio (quindi parliamo di un target ben lontano dalla mia vita quotidiana), due negozi in ciascuna parte della città, da visitare due volte nello stesso giorno per un totale di otto visite: avrei dovuto far finta di essere alla ricerca di un regalo per un familiare, o per un collega di lavoro, fare domande ma non perfezionare l'acquisto. Non avevo un'idea ben chiara per quanto riguarda l'esecuzione, ma riflettendoci su avevo scelto l'opzione del regalo per un familiare, che mi permetteva un più ampio margine di manovra.

E così avevo passato una domenica di ottobre, tra un tifone appena passato e un nuovo tifone in arrivo, chiedendo informazioni su borse di pelle, portafogli, e gioielli in oro che costavano quanto un biglietto per tornare in Italia. Contavo su un cambio di turno del personale, per poter ripetere le mie richieste ed evitare situazioni imbarazzanti, ma purtroppo ho scoperto che in una delle due catene di negozi il personale non cambiava turno!! Ero in una situazione molto imbarazzante, con quale faccia tosta sarei potuta tornare nello stesso negozio dopo la pausa pranzo? Non potevo certo cambiare versione, ed avevo già utilizzato il pretesto del regalo per un familiare... Per fortuna una intuizione mi aveva permesso di risultare abbastanza credibile anche durante la mia seconda visita: per puro interesse personale avevo domandato informazioni soltanto sui gioielli in oro bianco, e allora la mia seconda visita si poteva giustificare al meglio con la curiosità relativa agli stessi modelli in oro “giallo”.

Questo, per quanto riguarda la mia seconda esperienza con i lavori non canonici in Giappone. Ma il tutto non si era concluso qui!
Poi era arrivata la partecipazione, ben pagata, alla preparazione di un software per la sicurezza autostradale, con una serie di mini test in cui il computer doveva registrare le mie reazioni (insieme a quelle di tutti gli altri partecipanti). E con questo pensavo di aver già visto abbastanza.

Ma il mese scorso mi è arrivata una nuova opportunità. A dirla tutta, speravo di venir scelta per un test su un asciugacapelli, ma invece gli epilatori sono tornati a fare capolino nella mia vita. Confesso che, oltre alla solita curiosità in questo caso esisteva un po' di timore, perchè il test avrebbe riguardato delle zone piuttosto sensibili...

Se vi state chiedendo come è andata a finire, scrivo a due settimane dalla fine di questo mio ultimo test. Non ci sono stati momenti di disperazione (magari qualche pensiero non esattamente educato, che sono stata in grado di tenere per me), e nemmeno dolorose conseguenze. Insomma, un nuovo lavoro pagato, una nuova esperienza che difficilmente potrò inserire in un currriculum ma che di sicuro dimostra quante opportunità insperate possa offrire questo paese.

Per ora sono in pausa, non sto cercando nuovi lavori part time e mi sto preparando per il mese di aprile, quando tornerò a lavorare per il mio corso di italiano. Ma se si dovesse presentare qualche nuova opportunità curiosa, cercherò sicuramente di coglierla al volo.

E voi che mi dite, avete mai fatto qualche tipo di lavoro “particolare”?

lunedì 16 ottobre 2017

Quel cenno di intesa

Come state? Oggi vorrei parlarvi di un aspetto della vita in un paese come il Giappone che non molti conoscono. Qui esiste una sorta di “abitudine”, fra gli stranieri residenti, qualcosa che può sfuggire ad una prima occhiata ma è destinato ad emergere chiaramente col passare del tempo.

Di cosa si tratta?
In pratica, succede quasi sempre nello stesso modo: uno straniero incontra un altro straniero in mezzo alla folla. I due non si conoscono, e probabilmente non si incontreranno di nuovo, ma non appena si incontrano si scambiano un cenno.

Un piccolo cenno del capo, un inchino a malapena accennato, che si esaurisce nell'arco di un battito di ciglia e non comporta nessun altro tipo di impegno. La risposta poi non è molto diversa, un sorriso oppure un altro cenno del capo. All'improvviso, alcuni stranieri entrano in contatto per pochi secondi, si scambiano un cenno di intesa e si allontanano.

La prima volta che mi è capitato ero a Osaka, e pensando alla quantità di persone che popolano abitualmente la città quel gesto così inaspettato mi aveva sorpresa, e emozionata. Avevo passato il resto della giornata continuando a chiedermi se conoscevo l'altra persona oppure no.

Poi era successo di nuovo, tante volte, e allora mi ero resa conto che si trattava di qualcosa di più di una semplice coincidenza. Gli stranieri in Giappone si riconoscono immediatamente, e non parlo soltanto di una semplice differenza morfologica: pur essendo coinvolti nella vita quotidiana, e quindi immersi nei loro pensieri, mantengono comunque uno sguardo distaccato.
Osservano il mondo da una sorta di oblò, rappresentato da esperienze e conoscenze differenti, e che permette loro di mantenere una “velocità” diversa da quella delle altre persone che hanno intorno.

E, se capita che due stranieri si incontrino, senza pensarci si scambiano un saluto... Ma perchè?


In fin dei conti ci sono persone che li trovano anche piuttosto inopportuni... Una mia amica finlandese mi diceva sempre che queste cose le facevano paura.
Da un certo punto di vista posso comprendere il loro pensiero. Dopo esserci abituati al mondo “asettico” giapponese, composto da persone troppo impegnate per badare a chi sta intorno, non ci si aspetta assolutamente di ricevere un qualsiasi cenno da qualcuno. E quando succede diventa un momento “sconvolgente”.

Per me, al contrario, questi momenti sono belli e necessari.
Ogni volta che uno sconosciuto mi saluta con un cenno del capo, ricordo che il mondo è grande e pieno di persone con cui posso entrare in contatto.
Per darvi un'idea: quando sono tornata in Sardegna per le vacanze estive, mi è capitato di raccontare la situazione in cui vivo qui in Giappone, e la mancanza di persone con cui parlare che riscontro qui dove abito. La risposta è stata: “certo che per te deve essere difficile...”

Vivo in Giappone da nove anni ormai, e non ho mai avuto niente da eccepire nonostante qualche piccolo contrattempo lungo la via. Ho cominciato questa avventura con la consapevolezza di non sapere tante cose, e con la volontà di imparare. Quindi non ero particolarmente prevenuta.
Però mi sono resa conto di una cosa...

I giapponesi non amano mettersi in mostra, far vedere quello che pensano o dare un parere per primi. Quindi non sono dei grandi amanti del dialogo. Se capita di parlare con un giapponese, spesso e volentieri non si va oltre un discorso generico. Va pur sempre bene, ma in certi casi si desidera qualcosa di più.


Insomma, nessun problema nel vivere in questo paese, ma ho capito che devo trovare un modo di canalizzare tutta questa mia voglia di dialogo. Non ho ancora trovato una soluzione infallibile, ma ho deciso di non stare ferma a guardare quello che succede: cerco di partecipare a ricerche di mercato, a eventi pubblici, e di non fermarmi troppo a riflettere. E magari cercherò di cominciare qualcosa di grande, vedremo che ne verrà fuori, mentre sorriderò per i prossimi cenni di saluto che arriveranno da altri sconosciuti.

domenica 14 maggio 2017

Traguardi

Oggi ho vinto un premio.
Ho vinto una targa per il miglior tempo femminile in una gara di go-kart organizzata da un nostro amico.
Il premio che ho ricevuto

martedì 4 aprile 2017

IL quarantanovesimo giorno. Il tempo per salutare i propri cari

Domenica scorsa abbiamo accompagnato i resti di mio suocero fino alla sua tomba.
Se vi state chiedendo come mai li avevamo in casa con noi, si tratta di una questione religiosa che riguarda il buddismo. Dopo il funerale, i giapponesi credono che lo spirito del defunto rimanga vicino ai suoi resti, e allora utilizzano questo periodo di tempo (non so dirvi le ragioni che hanno portato alla scelta di questo numero) per "preparare" lo spirito del defunto al nuovo percorso che lo attende.

sabato 11 marzo 2017

Tokyo, o sul cambio di prospettiva

Non e' un mistero che io non ami Tokyo. Continuo a ribadirlo se capita, perche' davvero non mi dispiace essere messa alla prova (linguisticamente e non) nelle situazioni piu' disparate, ma non amo affatto le grandi metropoli.

Troppi turisti, troppe linee ferroviarie, troppa confusione.
Conosco persone che trovano poetico perdersi nella contemplazione della modernita' di Tokyo, mentre io piu' semplicemente mi perdo sbagliando strada!